mercoledì 29 giugno 2016

Italia Belgio - Italia Spagna - Le analogie del successo - #ForzaAzzurri

Abbiamo ancora davanti ai nostri occhi il successo nell'ottavo di finale della nazionale italiana guidata da Antonio Conte, contro la Spagna di Vicente del Bosque che proprio in queste ore starebbe meditando di lasciare l'incarico da commissario tecnico di quelle che ormai sono le ex-furie rosse.

L'Italia parte subito benissimo ed in 10' si procura 3 occasioni da gol con Pellè che non riesce ad indirizzare sullo stacco di testa, trovando de Gea sulla strada del pallone girato in gioco aereo verso la porta, con Giaccherini che in rovesciata (che termina ampiamente prima del tentato intervento di testa spagnolo e che dunque non avrebbe costituito gioco pericoloso) trova di nuovo de Gea e poi il palo ed infine con lo stacco di testa di Marco Parolo, abile negli inserimenti in area, che termina di poco a lato.

10' da arrembaggio che mettono subito le cose in chiaro sia dal punto di vista italiano, sia dal punto di vista spagnolo. Si perchè a decretare il nostro successo offensivo, come nel caso del match di apertura contro il Belgio, c'è l'assoluta assenza dal campo dei nostri avversari. Attenzione: non stiamo parlando di una Spagna materasso, ma della loro manifesta incapacità di collegare i reparti e sviluppare gioco a causa del pressing asfissiante degli italiani che ringhiano sulle caviglie e rapinano ogni pallone sulla linea mediana.

Per effetto di questo pressing la Spagna non riesce a distendersi ed a costruire una manovra significativa. Il risultato sono 30' di gioco spagnolo che culminano con una solitaria conclusione dal limite da parte di Iniesta, facilmente bloccata da Buffon.

Il gol che arriva pochi istanti dopo con Chiellini è la definitiva pietra che certifica la bontà del piano tattico di Conte: rubare l'anima agli avversari, stringerli verso l'angolo del ring più lontano rispetto all'angolo amico e convincerli a suon di pressing ed occasioni che c'è solo una squadra in campo. L'Italia.

La stessa cosa accadde con il Belgio. Anche in quel caso le conclusioni a rete dei nostri avversari, prima del gol di Giaccherini si limitano a tiri dalla media-lunga distanza da parte di Nainggolan che si spengono sul fondo. Poi pressing altissimo ed a tutto campo da parte dei nostri, rapine a centrocampo ed occasioni italiane: Eder dal limite con palla che termina di poco a lato, gol di Giaccherini, Candreva con una botta dal limite, ancora Pellè di testa che semina scompiglio ed infine solito tiro dal limte del Belgio questa volta con Witsel.

Sia contro il Belgio che contro la Spagna l'Italia va negli spogliatoi con il minimo vantaggio e con la certezza di essere, tra i 2 contendenti, il pugile che le ha date, piuttosto che quello che le ha prese.

L'inizio del secondo tempo, in entrambi i casi è un mezzo disastro. L'Italia più per disattenzioni che per altro, subisce alcuni colpi di testa contro la Spagna e l'occasione malamente fallita da Lukaku contro il Belgio.

Segnale che l'attrito del match sta per cambiare. Intorno al 60' la squadra di Conte si siede su se stessa.

Non sappiamo se sono gli effetti di una preparazione corta che mette in difficoltà i nostri o semplice stanchezza di una stagione lunghissima tra campionati ed Europei. Fatto sta che l'Italia si siede ed inizia a subire sia il Belgio che la Spagna.

Quegli avversari che avevamo portato all'angolino si sono liberati dalle corde ed a loro volta hanno spinto noi verso l'angolo del ring. Iniziamo ad incassare e dobbiamo essere onesti: c'è andata bene!

Si perchè l'Italia non prende gol nel momento di massima pressione avversaria e, seppur abbassando pressing ritmi e baricentro della squadra, riesce ad organizzare manovre di contropiede veloci sull'asse Pellè-Eder che portano il primo a staccare pericolosissimamente contro il Belgio ed il secondo ad una cavalcata verso l'estremo difensore spagnolo che termina con un tiro che si infrange sul busto del portiere del Manchester United.

L'Italia si abbassa e qui vengon fuori 2 aspetti tattici importanti.

Il primo collegato ad una panchina corta per il modulo scelto da Conte che alla voce "interni di centrocampo" recita solo Thiago Motta e Sturaro. L'Italia si scopre il ventre debole all'avversario e si schiaccia pericolosamente verso la propria linea difensiva.

Il secondo invece è collegato ad una scelta tattica che in caso di presenza in campo di De Rossi, fa passare per il romanista la stragrande maggioranza dei palloni in uscita difensiva, mentre in caso di presenza in campo del regista del PSG preferisce un gioco che vada ad innescare le catene delle fasce laterali.

Nel momento in cui l'Italia avrebbe bisogno di non sprecare nemmeno un pallone in uscita dalla pressione offensiva degli avversari, optiamo piuttosto che per una manovra ragionata, per degli scambi rapidi sulla fascia che mettano nelle condizioni Eder o Giaccherini o Candreva, di andare verso il portiere.

Ciò fa si che la percezione dell'assedio diventi perenne e che l'anima strappata ai nostri avversari durante il primo tempo, torni al proprio posto, convincendoli della loro bontà e della fattibilità della rimonta.

Poi però arriva il raddoppio e l'azione che lo determina è sempre molto simile. Contro il Belgio Immobile prende palla e arriva verso la trequarti tagliando da sinistra verso il centro. Gioco aperto su Candreva che vede Pellè in mezzo, cross e volley vincente. Contro la Spagna invece riusciamo a fissare il gioco verso l'out di sinistra. Giaccherini scambia con Thiago Motta che esce benissimo da una situazione in cui è accerchiato da 3 avversari spagnoli, e riapre verso Darmian lasciato solo sull'out opposto. Darmian pensa per un attimo alla conclusione, dopodichè addomestica, guarda Pellè e sceglie (forse in maniera errata viste le doti del Graziano nazionale) una soluzione bassa che termina in un modo o nell'altro nei pressi della nostra punta, che ancora di semivolley manda in ghiaccio il match.

L'Italia vince in maniera identica rispetto al match di apertura, il suo ottavo di finale e si qualifica per i quarti contro la Germania di Loew che, in queste ore, non ha lesinato i soliti sfottò nei confronti della nostra nazionale.

Noi per ora godiamoci in pieno il sogno al grido di:

#ForzaAzzurri





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