sabato 18 giugno 2016

Ritratti - Mesut Ozil





Mi chiamo Mesut Ozil, ho 28 anni, gioco per l'Arsenal ed il mio mestiere è incantare le folle, inshallah

Esiste un partito politico nel calcio. E' un partito che non ha nome e non ha bandiere. Propone il proprio simbolo elettorale in tutte le circoscrizioni del mondo. E' un partito piccolo ma aperto a chiunque.

E' un partito al quale puoi aderire liberamente anche se la tua categoria è il calcetto del venerdì sera con gli amici di una vita. Si perchè per farne parte basta soltanto rispettare l'unica regola del partito stesso: servire asssit.

I leader di questo partito sono più o meno giovani e vengono eletti ogni anno per acclamazione generale.

A volte capita che il partito decida di eleggere degli ambasciatori. Personaggi che in passato hanno performato notevolmente meglio rispetto ad oggi, ma che avendo dato un contributo fondamentale alla crescita del partito, meritano incarichi di rappresentanza come appunto quello dell'ambasciatore. Per questi ruoli in genere non c'è storia. Finchè continueranno a corre su un campo di pallone, Andrè Iniesta e Francesco Totti conserveranno questo incarico.

Il resto dei leader del partito viene eletto per merito. Al termine delle elezioni viene chiesto ad ognuno degli eletti un breve discorso. Il più delle volte vincono retorica e luoghi comuni. Tanto che l'attenzione nei confronti di questa fase dell'elezione cala notevolmente. Ma quando il microfono passa nelle mani di Mesut Ozil, le cose cambiano. La folla si zittisce e fissa il volto del 28enne tedesco per non perdersi nemmeno un istante della sua dichiarazione.
Vorrei ringraziarvi per la fiducia che mi avete concesso eleggendomi a leader di questo partito assieme agli altri colleghi che si sono contraddistinti negli altri campionati europei. L'anno appena concluso è stato fantastico per me. Aldilà dei numeri spero di essere riuscito ad ispirare milioni di bambini in ogni parte del mondo. Spero di essere riuscito a trasmettere il messaggio che fare il passaggio decisivo conta quanto un gol ma che il valore aggiunto di un assist è potersi rendere conto in prima persona di quanto il lavoro di gruppo paghi in questo sport. Il nostro è un mestiere duro e difficile. I nostri sono spesso passaggi rischiosi e basta poco per uscire dal campo con il più basso tasso di passaggi riusciti. Ma viviamo di quel tocco, di quel lancio lungo o breve o di quell'azione personale che chiediamo al nostro compagno di convertire in gol. Ogni volta che ci riesco penso alla gioia dei fans che godono del risultato di squadra, ai ragazzini che proveranno la stessa giocata ed al duro lavoro che mi è servito per realizzare ciò che ho appena fatto. E fidatevi è una bellissima sensazione.
Prima che il tedesco pronunciasse queste parole dal podio, nessuno sarebbe riuscito a spiegare a parole cosa si aspettava dal discorso che stava per essere pronunciato. Eppure ora, a discorso finito, la gente applaude riflettendo sul fatto che era esattamente questo il discorso presente nelle loro teste sotto forma di nuvola di pensieri.

Mesut Ozil è il tuttocampista offensivo dell'Arsenal. A Londra ci arriva dopo 3 anni di Real Madrid. Scaricato dopo 159 presenze, 27 gol e 60 assist. Impiega un po' di tempo per esprimersi al meglio e complice qualche infortunio al termine della seconda stagione di premier il suo bottino è di 10 gol ed appena 17 assist in 72 apparizioni.

Le cose cambiano 10 mesi fa ed il talento dimostrato a Madrid nell'arte dell'ultimo passaggio viene fuori e permette al tedesco di costruire una stagione come quella passata che recita 43 presenze, 8 gol e 19 assist. Cifra con la quale stacca di 3 lunghezze Di Maria, Messi, Mkhitaryan e Suarez.

Ma Ozil non è solo talento assist e fantasia. Dietro il giocatore ci sono fatti meno conosciuti ai più.

Ad esempio molti non sanno che Ozil è di religione islamica e che durante il periodo di ramadan, se non c'è allenamento Ozil non mangia e non beve dall'alba al tramonto.

La sua attenzione nei confronti dell'islam non si limita soltanto a questo. Alexis Sanchez rivelò in un'intervista che accortisi delle preghiere recitate da Ozil nello spogliatoio prima della partita, nel match successivo tutti e senza accordo alcuno, finirono per fissarlo. Tutti volevano tacere per non disturbare Mesut durante le sue preghiere ed il modo migliore per capire quando Mesut avrebbe iniziato con le sue preghiere, era proprio fissarlo. E l'usanza pare che non sia cambiata.

Al termine dei mondiali vinti in Brasile nel 2014, Ozil decise di lasciare ad una clinica brasiliana il premio fissato dalla Federazione tedesca in caso di vittoria della coppa, pari a circa 250.000 euro come "segno di riconoscenza per la bellissima accoglienza ricevuta nel periodo trascorso in Brasile"

Altri di voi magari non sanno che Mesut Ozil è il 15esimo giocatore più seguito su Twitter con 11 milioni di follower ed il settimo giocatore più seguito di Facebook con ben 30 milioni di like.

E sono proprio queste le persone che sotto quel podio stanno applaudendo alle sue parole....


(Ps: l'articolo, nei passaggi virgolettati, è frutto di fantasie narrative delle quali mi son servito per descrivervi il talento in questione.)

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