Il match vinto dagli italiani per 0-2 oltre a rappresentare il primo match di questi europei terminato con una vittoria con oltre 1 rete di scarto, rappresenta anche la vittoria più convincente a livello tattico finora vista in questi Europei 2016.
Già: ma con quale reparto abbiamo costruito la vittoria e come si cono comportati gli 11 schierati da Conte a livello tattico?
Il reparto che ha determinato la vittoria di ieri è stato senza dubbio la difesa.
L'affiatamento del pacchetto difensivo della Juventus, che da 5 anni domina il campionato subendo pochissimo, è ormai un fatto conclamato. Chiellini-Bonucci-Barzagli ragionano, corrono e giocano con un'unica mente. Quando Bonucci si stacca dalla linea difensiva per andare a contrastare una palla alta, immediatamente Chiellini corre alle sue spalle per prenderne il posto e costituire un altro scoglio da aggirare, nel caso in cui l'attaccante esca vincitore dal primo contrasto.
Viceversa quando la palla è più laterale Chiellini e Barzagli rappresentano la prima frontiera difensiva con Bonucci su Lukaku e l'opposto che stringe a dar man forte prendendo l'inserimento da centrocampo.
Il tutto condito da una costante presenza dei 2 esterni di centrocampo che in fase difensiva operano 5 metri più avanti costituendo un pre-filtro difensivo che semplifica il compito dei 3 della difesa.
Ma se la fase difensiva è ormai standard, è nella fase offensiva che l'Italia ha nascosto il proprio asso.
Quando l'Italia è in possesso di palla le opzioni sono:
- Giropalla per permette al resto della squadra di posizionarsi
- Lanciare centralmente
- Guadagnare campo con una percussione breve, di solito di Chiellini alla conquista di un fallo.
Grazie agli effetti audio provenienti dai microfoni posizionati vicino la panchina di Conte, abbiamo potuto sentire come il tecnico imponesse il giro palla quando la squadra non era ancora ben posizionata, soprattutto con Darmian e Candreva a cui Conte chiedeva di essere praticamente in linea con il duo Pellè-Eder.
In assenza di questa condizione la retroguardia juventina muove la palla orizzontalmente.
Se gli esterni di centrocampo sono schierati, Bonucci ha licenza di lanciare alto verso Pellè che arretra oppure profondo per il taglio dell'interno che agisce soltanto qualche metro più indietro rispetto alla strana linea a 4 formata dai 2 attaccanti e dai 2 esterni.
L'intento di Conte è di creare superiorità numerica mettendo un uomo per ognuno dei 4 belgi schierati in linea, facilitando le incomprensioni tattiche. Quando la linea difensiva crede di dover marcare a uomo i 4 italiani, ecco che parte l'interno. A quel punto tocca decidere se staccarsi o meno dal proprio uomo per coprire l'inserimento. Basta 1 solo attimo di indecisione per trovarsi l'uomo alle spalle che, in caso di controllo ottimale ha praticamente la porta spalancata.
Il gol di Giaccherini nasce esattamente con una superiorità numeri offensiva con Alderweireld che si ritrova a dover scegliere tra Pellè o Giaccherini. La reattività non è delle migliori ed è 0-1 Italia.
Se dovessimo dividere a mo' di torta, i meriti della vittoria di ieri, il reparto difensivo merita almeno la metà della torta stessa.
Il resto della torta se lo dividono centrocampo e difesa, con alcune note positive ed alcune note negative che meritano qualche riga.
La linea mediana di Conte, soprattutto con i 2 esterni Candreva e Darmian era chiamata ad un lavoro di quantità e qualità davvero non indifferente. A Darmian, Conte chiedeva un lavoro in tandem con Giaccherini, suo interno di riferimento, mentre Candreva, asimmetricamente, aveva più libertà di alternare gioco di squadra con strappi personali.
Possiamo dire che il laziale ha svolto egregiamente il suo compito, restando lucido fino all'assist dell'ultimo minuto per Pellè e costituendo una valida alternativa per i palloni transitati negli ultimi 15 minuti dai piedi di Pellè e per la verità mal smistati.
Da rivedere l'italiano di Manchester al quale vanno concesse le attenuanti di una annata passata a dimenticare gli automatismi del Torino di Ventura (anch'egli amante del 352), sostituito da una sorta di 442 voluto da Van Gaal e che di gioie ne ha regalate pochine ai tifosi dei Red Devils. Il ragazzo ha gamba e forse necessita di qualche allenamento in più magari proprio partendo dalle cose fatte malino ieri, per capire il modulo contiano e diventare l'esterno perfetto per il nostro CT.
Nota di merito va data ai nostri interni. Giaccherini, che nel Bologna quest'anno partiva larghissimo per poi creare scompiglio in mezzo, si esalta negli inserimenti, e quando decide di tagliare, crea scompiglio a livello di marcature. Ecco magari in quest'ultima dinamica di gioco i passaggi riusciti sono po' troppo pochi, ma va anche detto che difronte aveva 2 scippatori di palloni che di cognome fanno Nainngolan e Fellaini.
De Rossi è la calma fatta persona. Nelle dichiarazioni dei giorni scorsi, la parola calma risuona più e più volte. Il centrale della Roma però non si limita alle dichiarazioni e fornisce una prestazione che passa poco sotto l'occhio dei riflettori ma che in campo pesa tantissimo.
Parolo sbaglia qualche passaggio di troppo e si lascia saltare un po' troppo facilmente. Soffre la fisicità di Witsel e Fellaini ed in vista della Svezia è necessario che migliori il suo gioco compensando quello che sicuramente sarà un altro scontro impari contro i fisici scandinavi, ma che necessita di essere di essere spostato dal campo della fisicità al campo della tecnica individuale. Marco deve tagliare al centro dell'area e sfruttare le sua conoscenza delle zone di caduta del pallone acquisite nei 2 anni di militanza assieme a Candreva nella Lazio di Pioli prima ed Inzaghi poi.
L'attacco italiano è gagliardo, pungente ma non altrettanto preciso. Eder appare poco, ma quando Lukaku si ritrova la palla d'oro tra i piedi per pareggiare, c'è lui a dargli un minimo di fastidio dopo una corsa di 60mt fatta per spiriti di sacrificio ed abnegazione. Eder replica lo sforzo pochi istanti prima di uscire, impedendo un'altra ripartenza pericolosa, spazzando la palla in curva e prendendosi un giallo per fallo tattico. Ad un attaccante dato per bollito e non in condizione, non è chiaro cos'altro gli si dovrebbe chiedere. L'intesa con Pellè è buona ma può essere migliorata. Venerdì dovrà essere più concreto anche offensivamente.
Graziano Pellè, sostituito da un perfetto Ciro Immobile che arriva al tiro la prima volta e cede la palla che diventerà assist di Candreva proprio per l'ariete del Southampton, sbaglia forse un po' troppo.
2 occasioni di gioco aereo nell'area piccola che terminano a lato o sul guantone di Courtois sono obiettivamente troppe. Diversi errori nell'ultimo quarto d'ora in termini di scelte d'opzioni svaniscono quando la coordinazione è perfetta per scaraventare l'assist al bacio di Candreva, nella porta belga.
Graziano è senza dubbio la prima scelta di Conte ed i motivi, questo si, si vedono tutti.
Infine c'è il nostro CT: Antonio Conte.
Il suo è un capolavoro di preparazione tattica. L'Italia accerchia il suo avversario e non gli permette per almeno 60' di trovare trame offensive. Il Belgio si autoconvince di non potercela fare e serve un nostro vistoso calo energetico per metterli in condizione di creare qualche pericolo a Buffon, che a dir la verità il pericolo più grande se lo crea fallendo la mossa alla Tarzan post-partita.
Gli 11 del nostro selezionatore sbagliano in 1 sola occasione: quella che termina con il pallonetto di Lukaku. E quel vi ammazzo vi ammazzo è più di paura che di minaccia. Conte non voleva che i suoi buttassero al vento una prestazione fin lì magistrale e sceglie quella strada per richiamare tutti all'ordine.
Il risultato arriva. L'Italia vince, convince e se prima i tifosi sognatori erano pochi, oggi quel numero è salito. Nettamente salito.
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