giovedì 16 giugno 2016

Euro 2016 - Svezia - C'è vita oltre Ibra?

Dopo la convincente prestazione fornita dagli italiani nel match di apertura contro il Belgio di Hazard, de Bruyne e soci, la nazionale azzurra, affronterà venerdì la selezione svedese alla ricerca di un risultato che potrebbe ipotecare l'accesso alla seconda fase di Euro 2016.

In una intervista per un documentario sulla vita di Zlatan Ibrahimovic, l'allora Sindaco di Malmo dichiarò:
(...) Zlatan Ibrahimovic ha collocato la Svezia sulla cartina geografica. Oggi, nell'immaginario comune, la Svezia è Ibrahimovic senza che però valga il contrario. Nonostante ci piacerebbe essere conosciuti per altri meriti, siamo grati ad Ibrahimovic per essere il nostro più importante ed orgoglioso ambasciatore nel mondo. Inoltre da quando Ibrahimovic è Ibrahimovic il flusso di turisti nella nostra città ha subito un incremento dell'oltre 20%.
Una dichiarazione, quella del Sindaco, che spiega quanto la Svezia sia legata ad Ibrahimovic ben oltre i confini ed i meriti calcistici. Ibra rappresenta ciò che la torre Eiffel rappresenta per la Francia o il Colosseo per l'Italia. Un monumento vivente capace di rappresentare un popolo in ogni angolo del mondo.

C'è una frase scolpita su di una lastra, posizionata ai bordi di un ponte di Annelund, non molto lontano dal quartiere di Rosengard dove Ibra è cresciuto. Quella frase recita:



Puoi togliere il ragazzo da Rosengard, ma non Rosengard dal ragazzo


Quella frase è stata per anni falsamente attribuita ad Ibrahimovic. In realtà, come scritto all'interno della sua autobiografia "Io Zlatan", non è altro che la reinterpretazione di un detto locale.

Nelle prossime righe, per capire che cos'è la nazionale svedese, proveremo a togliere Ibra dalla Svezia e a capire se oltre a lui, c'è vita.

La nazionale di calcio svedese, allenata da Erik Hamrén, partecipa ad un campionato europeo per la quinta volta. Dal 1992, anno del debuto e del migliore piazzamento ottenuto (semifinali), la nazionale scandinava si è sempre fermata alla fase a gironi, fatta eccezione per l'edizione del 2004, quando raggiunse la seconda fase ma venne eliminata ai quarti di finale dall'Olanda ai calci di rigore.

Il modulo tipico degli svedesi è un 4411 con Ibra riferimento d'attacco e Berg, 29enne attaccante del Panathinaikos che partendo da centrosinistra, generalmente, si butta dentro agli spazi creati dal movimento del colosso svedese.

In porta troviamo una vecchissima conoscenza del calcio italiano: Andreas Isaksson che per 3 stagioni fu portiere di riserva della Juventus.

La linea difensiva a 4 è composta da Mikael Lustig, terzino destro di 190cm in forza al Celtic, Victor Lindelof, 22enne difensore poco utilizzato dal Benfica, Andreas Granqvist centrale ex Genoa in forza al Krasnodar, e Martin Olsson, terzino destro del Norwich City con il quale ha collezionato quasi 100 presenze nelle ultime 3 stagioni.

I 4 di centrocampo sono Larsson, in forza al Sunderland, Lewicki che gioca in patria per il Malmo, Kim Kallstrom, interno con un passato all'Arsenal ed oggi militante nel campionato svizzero, ed Emil Forsberg che oggi gioca nella cadetteria tedesca con il Lipsia.

In panchina troviamo altre conoscenze del calcio italiano come Pontus Jansson, difensore del Torino, Oscar Hiljemark interno col vizio del gol del Palermo ed Albin Ekdal ex mediano del Cagliari.

Nel match disputato contro l'Irlanda, i limiti della selezione svedese sono venuti fuori in tutta la loro pienezza.


Al minuto 33, Granqvist perde l'attaccante irlandese Long che con un contromovimento si rende disponibile per un fraseggio che si conclude con una conclusione di Hendrick che si stampa sulla traversa, mettendo in evidenza la scarsa attitudine del centrale alla marcatura ad uomo.

Ma se nel primo tempo le pecche sono individuali, nel secondo tempo gli errori diventano di squadra.

Nell'occasione del gol segnato da Hoolahan, 6 uomini della Svezia si lasciano ipnotizzare dal pallone nei piedi del percussore irlandese. Il cross piove morbito al limite dell'area piccola del portiere e, se Granqvist impatta contro il suo uomo quasi sorpreso che fosse lì, a perdersi totalmente il trequartista irlandese, c'è il terzino Olsson che non tiene l'uomo ma improvvisa una disperata schermatura della sua porta, con risultati abbastanza scarsi.



La Svezia prova a reagire ma ciò che ne viene fuori è una scarsissima attitudine alla costruzione del gioco ragionato. I centrocampisti svedesi vogliono saltare diversi tempi di gioco con passaggi rapidi verso il compagno vicino, noncuranti del pressing condotto dagli avversari che spesso e volentieri interrompe sulla mediana le occasioni di ripartenza svedese. Ad intervalli quasi regolari di palle perse in questo modo la Svezia prova a verticalizzare per Ibra che svaria su tutto il fronte d'attacco cercando di attrarre su di se quanti più uomini possibili.

Nell'occasione del pareggio arrivato per autorete irlandese, Ibra controlla un pallone spalle alla porta attirando 2 uomini su di se. La palla esce dai piedi di Zlatan e percorre una improvvisata catena che annovera anche un tacco per la corrente Zlatan, che crossando trova 1 solo uomo svedese, ma anche la testa di Clark che spinge il pallone nella propria porta. Dall'azione del gol però, notiamo come nessun compagno di Ibra si muova verso il secondo palo nonostante sia abbastanza chiaro che l'azione terminerà con un cross. Anche il movimento dell'uomo in mezzo all'area, seppur corretto sul primo palo, risulta secco e facilmente leggibile da ben 2 uomini. La palla termina in rete, ma il più delle volte, quel cross sarà facile preda dei difensori che semplicemene seguendo l'uomo da marcare si ritrovano per primi sulla traiettoria del pallone.




Negli ultimi minuti del match la trama non cambia e la Svezia continua ad attaccare alla rinfusa alla ricerca di una vittoria che non arriva e che per quanto mostrato in campo, non avrebbe affatto meritato.

Da questa prestazione ne viene fuori una nazionale svedese molto imprecisa dal punto di vista difensivo e molto debole dal punto di vista della costruzione del gioco che spesso prova ad essere fissato sulla linea mediana, in uscita da situazioni difensive, da lanci lunghi alla ricerca di Ibra.

All'Italia di Conte spetta il dovere di incunearsi nelle lacune degli svedesi e di, cercando di contenere Ibra, sfruttare le pecche gravi e diffuse del collettivo scandinavo alla ricerca dei 3 punti che, ad oggi, sembrano più che alla portata.

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