martedì 7 giugno 2016

Si scrive Catalunya ma si pronuncia provinca di Tavullia - Il nuovo e maturo VR46

Dopo la rottura meccanica del Mugello, la stagione di Valentino Rossi sembrava compromessa.

La sfortuna che colpisce in modo equo sia lui che Lorenzo in termini di rotture, incide drasticamente di più sul pesarese che rompe in gara contrariamente allo spagnolo che rompe nel warm up pre-gara.

Lorenzo vince al foto-finish dichiarando che in un eventuale duello con Rossi, non ci sarebbe stata storia. Mentre lo dichiara ce lo immaginiamo distesso in assoluto relax sui 37 punti di vantaggio con i quali si gode le 2 settimane prima del Gran Premio di Catalunya.

Ed arriviamo a ieri. E' il penultimo giro.
A Iannone recapitano in ritardo e nel week end la cartolina con cui scherzosamente i tifosi di Valentino chiedono di sdraiare Lorenzo (#escilo) nell'ultimo appuntamento della stagione scorsa a Valencia, permettendo al Dottore di vincere il titolo nonostante la penalità inflittagli in Malesia per la vicenda Marquez. Iannone recepisce il messaggio e porta a termine la missione.

Rossi è davanti ed a tenergli banco c'è solo Marquez. I due non si affrontano proprio dalla penultima curva del GP di Malesia 2015, quando Rossi forse si forse no, allarga il piede per liberarsi di una marcatura ad uomo operata da Marquez, mandandolo in terra.

C'è tensione davanti allo schermo. Ma mentre sto guardando la gara avviene qualcosa che mi da la certezza che il Dottore, questa volta, vincerà a mani basse.



Rossi stacca in modo folle. La moto non si scompone. La corda della prima curva a destra del circuito spagnolo è lì ed il dottore la timbra per la penultima volta. Marquez prova a tirare anch'egli uno staccatone, ma chiede troppo alla sua Honda che per rallentare così bruscamente in vista della curva deve scomporsi ed aprirsi in quel gesto chiamato "derapata". 

Quella derapata è il segnale.

Rossi fila via. Marquez non può più nulla e non è soltanto questione di manico, di gomma o di chissà cosa.

Con quella staccata senza sbavature Rossi ha rubato l'anima allo spagnolo. Un gesto imperioso, netto e composto. Qualcosa che ti lascia allibito e che porta Marquez a pensare ed a pronunciare "Rossi non era battibile oggi."

Rossi taglia il traguardo e batte Marquez per distacco in quella che si scrive Catalunya ma si pronuncia provincia di Tavullia viste le 9+1 10 vittorie nelle diverse categorie riportate dal Dottore in terra spagnola. Tra le quali anche questa.questa.

In quella staccata però c'è anche altro.

Nel corso della passata stagione il fattore che ha condotto Rossi a combattere fino all'ultima gara per il titolo di Campione del mondo MotoGP è stata la costanza. 16 podi con 4 vittorie in 18 apparizioni sono un ruolino impressionante, ma al netto di tutto ciò c'era la costante sensazione che gli mancasse qualcosa rispetto ai suoi avversari. Qualche decimo dovuto a diversi fattori latitava sempre e toccava mettere la moto là dove la fisica dice che in teoria non dovresti mettercela, per portare a casa il risultato.

Il Rossi visto ieri e nelle gare precedenti sembra un Rossi che ha fatto pace con la fisica. Niente più traversi. Molta più grazia, compostezza ed efficacia. Il Rossi che in sella alla Honda inventò il traverso in staccata, con il posteriore che si alza da terra e si posiziona quasi di fianco al serbatoio sembra un lontano cugino. Oggi Rossi si diverte nel post-gara perchè quei decimi che non c'erano l'anno scorso per combattere ogni santa gara con i suoi rivali, forse son stati trovati in un nuovo stile di guida, più consono ai mezzi attuali e che nella sua semplicità trova la propria efficacia.

Ma se ad anni 37 riesci a cambiare così radicalmente il tuo stile di guida vuol dire che a guidarti c'è la furbizia. La scaltrezza. La voglia di vincere che prevale sulle abitudini. La voglia di prevalere su qualcosa che ormai conosci ed applichi da anni.

In un passaggio della sua autobiografia pensa se non ci avessi provato Rossi spiega che nel suo percorso nelle categorie inferiori (125cc e 250cc) arrivò anche a chiedere all'Aprilia un nuovo capotecnico che non interferisse con il suo stile di guida 

"Noccioli mi chiedeva di spingere sulle pedane per fare i cambi di direzione più velocemente. Ma quello non era il mio stile e lui continuava a chiedermelo insistentemente. Allora chiesi ad Aprilia un cambio. Mi diedero Rossano Brazzi ed arrivò il titolo mondiale". 

Segnale di come Valentino, anni fa non fosse disponibile a cambiare il proprio stile di guida in funzione di una nuova moto.

Ma l'età spesso fa rima con maturità.

Ieri questa maturità ha salutato Valentino portandolo alla vittoria ed alla consapevolezza che quest'anno sarà lotta ad armi pari tra lui, Lorenzo e Marquez per il titolo mondiale.

Dimenticavo...
Ciao Luis




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