mercoledì 6 luglio 2016

Il denaro della Premier League - Il potere economico delle squadre di sua maestà

Con l'ultimo contratto collettivo siglato tra le squadre di Premier League e le emittenti Sky e BT-Sport, il massimo campionato di sua maestà si è assicurato un gruzzolo pari ad oltre 5 miliardi di sterline per il triennio 2016-2019.

A questa enorme montagna di danari che supera del 70% gli introiti legati ai diritti televisivi dello scorso contratto, andranno a sommarsi altri 5 miliardi di sterline che le emittenti private hanno deciso di pagare alle squadre di Premier per ottenere il diritto alla trasmissione dei match oltre i confini britannici.

Con un totale che arriva ad oltre 8 miliardi di sterline, quello inglese diventa, per la prima volta da decenni, il campionato con il massimo numero di squadre in grado di chiudere i propri bilanci di esercizio in attivo in un specifico anno.

Sono infatti 17 le squadre che sono riuscite a chiudere in attivo il proprio bilancio lo scorso anno ed il bello deve ancora venire.


Come verrà suddivisa la torta dei diritti tv?

In Inghilterra hanno scelto un sistema che premia tutti in parte e che paga il merito del piazzameno in classifica. Infatti il 50% degli introiti (che andranno suddivisi per il triennio venduto) verrà suddiviso in parti uguali tra le 20 partecipanti al campionato. Un 25% invece verrà distribuito in base al numero di passaggi in tv delle squadre (per il quale è stata creata un'apposita classifica) ed il restante 25% invece pagherà il piazzamento finale delle squadre che, in questo modo, avranno interesse a concludere il campionato nella migliore posizione possibile, evitando di gettare la spugna troppo preso. Gli introiti legati alla vendita dei diritti tv all'estero invece, verranno suddivisi per intero in parti uguali, garantendo ad ogni club una cifra annuale superiore ai 45 milioni di euro.

Cosa significa quel "in base al passaggio in tv"?

La peculiarità del contratto siglato sta nel fatto che la Premier ha venduto poco più del 40% degli incontri del campionato per quella cifra. Il restante 60% non sarà trasmesso da alcuna televisione. Il meccanismo messo in atto dalla Federazione fa si che le partite trasmesse ricevano un extra gettito dai diritti che remuneri l'immagine trasmessa in tutto il Regno ed in tutto il mondo, dalle emittenti private. Cosicchè essere scelti per un anticipo, un posticipo, un lunch-time match etc, garantirà alle casse dei club una remunerazione più cospicua rispetto ai match non trasmessi.

Non c'è il rischio che i club di seconda fascia vengano penalizzati da questo sistema?

Garantendo a tutti una fetta di torta abbastanza cospicua e limitando a 25 il numero di match potenzialmente trasmettibili dalle pay tv, la Premier riesce a dare la giusta dose di visibilità a tutte le squadre del propro campionato. Ovviamente un match "inutile" di media classifica probabilmente sarà scartato se concomitante con uno scontro al vertice o con un delicato scontro salvezza, ma la rotazione imposta dal tetto massimo di passaggi in tv, garantirà alle "scartate" di quella giornata di rientrare nella rotazione successiva.

Il paracadute triennale

Quando la montagna di milioni è così ingente può capitare che retrocedere non sia poi una così grande sciagura a livello economico. Il sistema deciso dalla Premier fa si che ad una squadra retrocessa vengano corrisposti un tot di milioni per un massimo di 3 anni dalla retrocessione. Il cosiddetto paracadute, che mentre in Italia non arriva a superare quota 25 milioni in totale, nel regno di sua maestà può raggiungere la cifra di 95 milioni di euro.

Il paradosso degli stadi pieni

Recenti dichiarazioni del management del Leicester hanno confermato le indiscrezioni secondo le quali il prezzo dei biglietti di ingresso allo stadio delle partite del prossimo anno, resterà immutato nonostante il traguardo raggiunto appena pochi mesi fa da Vardy, Mahrez, Ranieri & co.

Questa politica è stata scelta in base a recenti studi commissionati dalle pay tv che poi hanno stretto l'accorto con la Premier, secondo i quali l'attenzione degli spettatori da casa aumenta all'aumentare delle presenze allo stadio. C'è dunque, da parte di colui che siede davanti al teleschermo, la percezione che un match sia importante, nonostante in campo magari ci siano West Hame e Stoke City, SE le tribune dello stadio sono colme di spettatori.

Questo studio ha suggerito alle emittenti televisive di concentrare l'attenzione verso alcuni match dello schedule piuttosto che garantire la copertura al 100% delle partite previste giornata per giornata. Il tutto con la politica di convogliare per ogni singolo match tutta l'attenzione del proprio audience, attirando dunque più persone davanti allo schermo. In termini commerciali quest'operazione si traduce in un maggior costo degli spazi pubblicitari con i quali le pay tv coprono in parte l'enorme esborso pattuito con le 20 sorelle della Premier.

La classifica dei ricavi annuali

Non stupisce, a fronte di introiti così ingenti, che nella classifica degli introiti annuali dei club europei, figurino ben 17 squadre tra le prime 30. E se il Napoli, che lo scorso anno ha cercato di contendere alla Juve lo scudetto, ha ricavi per 125.5 milioni, l'Everton autore di una stagione da media classifica, grazie agli introiti tv attuali che miglioreranno dal prossimo anno, lo supera di circa 40 milioni attestandosi a quota 165 milioni di euro totali.

Il Newcastle di Benitez retrocesso in Championship attualmente fattura quasi 170 milioni di euro e sperimenterà sulla propria pelle il primo sistema di nuovi paracaduti previsti per il prossimo triennio.

La partecipazione alle coppe europee

La crisi di investimenti ed introiti che ha attraversato il calcio italiano negli scorsi anni, ha reso fondamentale per i bilanci delle squadre, la partecipazione alla Champions League, possibilmente diretta, per alleviare la gestione dei bilanci delle società stesse. Se per una squadra italiana la Champions può significare 40 milioni di euro in più nelle proprie casse con i quali allestire una rosa sempre più competitiva, oltre manica si corre il rischio che di quei milioni non se ne senta affatto la mancanza, visto e considerato che una cifra simile proviene dalla sola vendita all'estero dei diritti tv di 1 anno. Questo spiega come squadre di media classifica inglese come Crystal Palace, West Ham etc abbiano fatto capolino nel calciomercato di questa stagione con offerte da oltre 40 milioni di euro per una serie di giocatori come ad esempio Benteke, lasciando di sasso l'intero panorama calcistico europeo.

Spese folli

Contrariamente a quanto si possa credere ed in previsione dell'arrivo di tonnellate di sterline, la Premier ha deciso di schermarsi da possibili faraoniche campagne acquisti o da gestioni scellerate allargando a tutte le partecipanti del massimo campionato inglese alcune regole del Fair Play Finanziario, in grado di calmierare il mercato dei cartellini. In mancanza invece di regole sui salari, sono in molti a scommettere su un aumento vertigionso degli stessi nel prossimo triennio. Sempre che non si decida di mettere un freno anche a questo unico aspetto rimasto scoperto in un quadro aureo di gestione economica del mondo pallonaro inglese...


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